I servizi d’intelligence presentano la relazione annuale sulla sicurezza, ecco cosa contiene

La Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa al 2022, recentemente esposta in Parlamento, muove dall’analisi delle informazioni collezionate da DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza) AISI e AISE (Agenzie per le informazioni e la sicurezza, rispettivamente, interna ed esterna dello Stato) al fine di fotografare lo stato delle politiche italiane in materia di sicurezza e Difesa.

Divisa in tre capitoli e corredata da una serie di infografiche illustrative, la Relazione espone le attività info-operative intraprese nel corso dell’ultimo anno alla luce dei relativi risultati, evidenziando i principali rischi da fronteggiare nell’attuale scenario nazionale e internazionale di riferimento.

Come evidenziato sin dalla Nota introduttiva, al primo posto figura l’instabilità legata al conflitto russo-ucraino, con le sue ormai note ripercussioni sugli equilibri geopolitici ed economici in Europa e nel mondo intero, di cui risulta aver “sconvolto gli equilibri di sicurezza” preesistenti.

L’analisi su base geografica prosegue sull’area del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) – ove squilibri politici, disuguaglianze sociali e crisi umanitarie continuano ad alimentare i flussi migratori verso l’Europa nord-occidentale – nonché del continente africano nel suo complesso, citando i teatri più critici quali Sahel o Corno d’Africa e gli sforzi in atto contro la minaccia jihadista.

L’esame del panorama internazionale termina con un focus su “Equilibri e tensioni nel quadrante asiatico”, dove tra gli elementi critici si sottolineano le politiche espansionistiche della Cina e la più generale “competizione per l’egemonia nell’Indo-Pacifico”.

Approfondimenti mirati e correlati ai precedenti riguardano la sicurezza alimentare e il mercato delle commodities: entrambi duramente colpiti da un conflitto che – vedendo coinvolti i principali fornitori di importanti materie prime, dal gas ai cereali – ha profondamente stravolto gli assetti esistenti in materia di approvvigionamento energetico e alimentare nell’area euromediterranea.

Sempre in rapporto agli evidenziati fattori d’instabilità globale, gli esperti dell’intelligence mettono in luce la crescita delle cosiddette minacce ibride: nuovo fronte di rischio che coinvolge contemporaneamente più domini (con la dimensione cyber da aggiungersi ai tradizionali fronti terrestre, aereo, marittimo e spaziale) imponendo inediti sforzi di contrasto a tutela della sicurezza degli Stati, a fronte di attacchi informatici riconducibili a network criminali altamente organizzati e che sempre più spesso prendono di mira infrastrutture critiche o istituzioni nazionali ed europee.

L’ultimo capitolo della Relazione è dedicato all’esposizione delle azioni intraprese nell’ultimo anno rispetto alle principali istanze criminali ed eversive, tra cui si cita il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione degli ingenti fondi comunitari derivati dal PNRR.

Molto dettagliata la voce in tema di sicurezza ambientale e sostenibilità, ormai iscritte a pieno titolo fra gli aspetti rilevanti per la garanzia della stabilità economica ma soprattutto della salute delle persone. Al riguardo si richiamano le esigenze di tutela del comparto agroalimentare e del Made in Italy dai rischi di contraffazione e di dipendenza dall’estero per la fornitura di componenti o materie prime; sottolineando altresì l’urgente “contenimento della minaccia climatica, nella consapevolezza che “il problema dei contrapposti interessi relativi agli operatori del settore fossile e a quelli del settore delle rinnovabili rischia di innescare fenomeni di interferenza sui processi decisionali pubblici, in grado di influenzare le scelte di politica industriale nazionali ed europee”.

Il documento termina con un focus sul contrasto delle minacce CBRN (ovvero sostanze chimiche, biologiche, radioattive, nucleari o “dual use”) le quali, come sottolineano gli analisti dei Servizi, “possono essere utilizzate o disperse nell’ambiente e creare grave danno alla salute pubblica, con forti ripercussioni sull’intero Sistema Paese”.

Se il quadro tratteggiato dalla Relazione è senz’altro ricco di criticità, descrivendo a tutti gli effetti “un’epoca di minacce senza frontiere”, dati e spunti d’analisi forniti dalle Agenzie rendono evidente come per il loro contrasto siano essenziali – e in parte già in atto – politiche mai così strettamente condivise tra Stati, organizzazioni e società civile per il rafforzamento dei necessari “anticorpi” a tutela della sicurezza nazionale e globale.

A cura della Redazione

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