Sistemi Pubblici e Sistemi Privati: a quando l’integrazione della Videosorveglianza?

Gli impianti di videosorveglianza stanno assumendo un ruolo sempre più importante per la difesa di aree pubbliche, di aziende, abitazioni e attività commerciali, nonché per il controllo di edifici scolastici, infrastrutture, accesso alle zone a traffico limitato.

Ma come comunicano tra di loro i diversi sistemi quando si verifica, ad esempio, un reato o un incidente stradale i cui autori si sono dati alla fuga senza essere stati intercettati?

Tocca alle forze dell’ordine intervenire sul posto per ricostruire le dinamiche e dare inizio all’attività investigativa individuando le possibili vie di fuga. Il secondo passo consiste nel mappare tutte le telecamere presenti, sia pubbliche che private, per recuperare registrazioni potenzialmente utili alle indagini. Un compito assai arduo vista la mancanza di un censimento che consenta a priori di conoscere numero ed esatta ubicazione delle telecamere in una qualsiasi zona. Occorre di fatto effettuare una mappatura “porta a porta”, cosa che richiede un grande investimento in termini di tempo. Solo a questo punto si possono recuperare le registrazioni ed esportarle, tenendo conto che se i diversi sistemi necessitano di codec di visualizzazione proprietari anziché standard si rende indispensabile l’apertura dei file video con i differenti player e la perdita di informazioni è un rischio più che concreto.

Un altro fattore non meno importante affinché i file registrati siano utili e sia possibile accedere direttamente ai frame di possibile interesse è la ricostruzione della linea temporale degli eventi. Generalmente si assume come riferimento il momento dell’arrivo della chiamata in centrale, ma non essendoci una sincronizzazione temporale tra i diversi strumenti di registrazione, occorre procedere ad un riallineamento generale. Infatti, senza un tempo preciso il materiale video da acquisire cresce e con esso i tempi per l’esportazione e l’analisi. Una volta ricostruita la timeline entra in gioco la qualità delle riprese da cui dipenderà la lettura dei dettagli di una scena e l’identificazione degli autori del reato.

Oggi la tecnologia offre diverse possibilità per una collaborazione tra sistemi pubblici e privati, possibilità non ancora sfruttate ma che in virtù di una città sempre più sicura e protetta lo saranno in un prossimo futuro. Il come e il quando dipendono soprattutto da fattori culturali sebbene alcuni scenari possano essere già ipotizzati.

Una soluzione in cloud dove il Comune consenta l’accesso anche ai privati presenta ad esempio vantaggi economici, di sistema e di servizi fruibili. Il risparmio è dato dal fatto che i privati devono provvedere unicamente all’installazione delle telecamere, mentre tutto il resto è di competenza dell’ente locale attraverso aziende municipalizzate.

I vantaggi di sistema consistono per esempio nel fatto che ogni realtà che è parte del network può, all’occorrenza, ricorrere alle immagini delle altre realtà, in particolare quelle fisicamente vicine per ricostruire episodi di reato. In termini di servizio, l’integrazione diretta con la centrale di polizia permette una più efficace azione operativa.

In alternativa la registrazione, invece di essere demandata ad un soggetto terzo, è compito di ciascun attore del network.

Uno scenario ancora diverso è quello che vede il singolo cittadino come parte attiva della sicurezza della comunità attraverso l’utilizzo dei dispositivi tecnologici già presenti sul mercato. Oltre ad inviare foto, video e segnalazioni attraverso il proprio smartphone o tablet, lo sviluppo di specifiche app potrebbe infatti consentire al cittadino stesso di far convergere su di sé gli obiettivi delle telecamere presenti in una zona, qualora avvertisse di trovarsi in una situazione di pericolo.

In questo modo i sistemi di videosorveglianza non sarebbero più soltanto a supporto della polizia, ma sempre più al servizio diretto del cittadino con un vantaggio importantissimo anche per la control room, dove gli addetti non dovrebbero più tenere d’occhio i monitor di centinaia di telecamere, ma potrebbero prestare immediata attenzione a quelli allarmati dalle richieste d’aiuto.

Tutti questi scenari hanno come comune denominatore il superamento delle problematiche determinate dai sistema di videosorveglianza pubblici e privati non integrati tra loro. Mappatura delle telecamere, sincronizzazione e codifica standard delle registrazioni, diventano predefiniti permettendo una reale comunicazione tra tutti i dispositivi e un’efficace azione investigativa da parte delle forze dell’ordine.

Quali saranno i paesi più sicuri domani? Probabilmente quelli che oggi investono di più in tecnologie e servizi cloud sono i più propensi all’integrazione dei sistemi proprio perché il cloud è un indicatore, anche se non certamente l’unico, di una cultura della condivisione.

A cura di Andrea Sorri, Direttore Business Development Government, City

Articolo pubblicato sulla rivista Safety & Security – Giugno 2015

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