Nella memoria storica e collettiva, il 2020 sarà ricordato come l’anno in cui un virus ha cambiato il mondo.
Il Covid-19 non è certo il primo nella serie di eventi pandemici che hanno colpito l’umanità: ma è senz’altro la prima volta in cui, complici un pianeta capillarmente interconnesso e un modello di sviluppo sempre meno sostenibile, la rapidissima diffusione dei contagi su scala globale ha prodotto effetti che solo fino a un anno fa sarebbero apparsi inimmaginabili, soprattutto nelle società occidentali.
Anche dopo il termine del periodo di lockdown – già di per sé uno spartiacque nella storia del nostro Paese – i cambiamenti a cui abbiamo dovuto adattarci per fronteggiare questa nuova minaccia restano sotto gli occhi di tutti. Il lavoro a distanza ha trasfigurato le città e la nostra stessa quotidianità, interi settori economici e produttivi sono ancora bloccati (o, quantomeno, soggetti a forti contrazioni), gli scambi internazionali rallentati, le interazioni sociali profondamente mutate.
In questo scenario senza precedenti, anche su Safety&Security Magazine abbiamo tentato di fare la nostra parte per contribuire alla riflessione collettiva sulle trasformazioni in atto e le loro significative conseguenze sul mondo della sicurezza.
Negli ultimi sei mesi abbiamo continuato a lavorare per informare gratuitamente il pubblico su temi più che mai rilevanti e attuali, come sempre dando spazio ai contributi editoriali di professionisti ed esperti a tutto campo.
Dal piano di stretta prevenzione igienico-sanitaria, affrontato da Bartolomeo Dragano, alla più ampia tematica del Safety Management e relative figure professionali – cui Giovanni Villarosa ha dedicato numerosi articoli – ciascun autore ha contribuito, in base alle proprie competenze, a inquadrare l’emergenza sanitaria sotto molteplici prospettive.
Sul fronte della risposta pubblica e istituzionale, Francesco Maria Ermani si è soffermato sulle criticità mostrate dal sistema di Protezione Civile nelle prime fasi della crisi da Covid-19; Dante Paolo Ferraris ha evidenziato la necessità, per i cittadini, di una corretta comunicazione dell’emergenza da parte di pubbliche amministrazioni ed enti locali; Stefano Scaini ha analizzato le nuove sfide poste al settore della difesa – come anche Claudio Todaro, Vincenzo Iavarone, Katia Petrini e Stefano Di Traglia, il cui contributo si è focalizzato sulla protezione delle infrastrutture strategiche negli scenari critici.
Quanto alle novità che si sono imposte all’attenzione delle imprese, Federica Livelli si è concentrata su continuità operativa e prospettive di innovazione legate al contesto pandemico; Marco Missaglia ha esposto le misure adottate nel sistema bancario e finanziario per fronteggiare la “nuova normalità” e mitigarne i rischi, analogamente a Vincenzo Panico che ha dato conto dell’ampliamento delle funzioni di prevenzione nel settore edile, mentre Gabriella Pesacane ha preso in esame il problema fondamentale (ma troppo spesso trascurato) della sicurezza dei lavoratori da remoto.
Non potevano mancare analisi dedicate al ruolo della tecnologia, i cui strumenti rappresentano una potente risorsa sul piano dell’assistenza sanitaria – come sottolineato da Maria Cristina Leone nei suoi articoli in materia di Telemedicina – ma anche una potenziale nuova minaccia alla privacy individuale, ricorda Vanessa Ugolini analizzando i rischi connessi a politiche di prevenzione dei contagi basate su pratiche di tracciamento e sorveglianza digitale.
Dopo la parziale tregua estiva, in questi primi giorni d’autunno i numeri dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva tornano ad aumentare in diverse nazioni europee, Italia inclusa. L’emergenza non è finita: per tutelare la sicurezza e la salute collettiva è imperativo mantenere alta la soglia di attenzione, continuando a immaginare nuovi modi di lavorare, studiare e di stare al mondo, senza rinunciare a vivere ma neppure a proteggere noi stessi e le comunità di cui facciamo parte.
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