Se gli anni Zero si sono aperti con gli attentati arei dell’11 settembre 2001 a New York e con le conseguenti, drammatiche trasformazioni negli assetti politici ed economici internazionali, il successivo decennio – di cui è appena iniziato l’anno conclusivo, inauguratosi con il timore di un nuovo conflitto globale – è stato caratterizzato dall’entrata in scena di nuove e temibili minacce. Basti pensare all’ascesa del gruppo fondamentalista noto come ISIS (o DAESH), alla sempre maggiore pervasività del rischio cyberterrorismo o alla costellazione di estremisti di destra – dal norvegese Breivik al neozelandese Tarrant – autori di vere e proprie stragi a sfondo razzista e suprematista.
Nel 2019 abbiamo dedicato, su Safety&Security Magazine, ampio spazio al fenomeno terroristico e alle relative strategie di prevenzione, investigazione e intelligence messe in campo da governi e organizzazioni internazionali.
Del primo aspetto si è occupato diffusamente Stefano Scaini, autore – con Davide Martinez – de Il fenomeno della radicalizzazione nelle sue fasi di sviluppo, consolidamento e dissoluzione e, con Claudia Petrosini, di numerosi articoli dedicati a molteplici scenari di rischio, dal bioterrorismo (Agenti chimici: la minaccia terroristica nell’impiego duale di ammoniaca quale arma non convenzionale o precursore di essa, Terrorismo evoluto e Agenti “B”: una concreta minaccia alla biosicurezza globale) alla proliferazione di armi di distruzione di massa (Nuclear Security: aumentare la percezione del rischio “N” ed “R” quale efficace strumento di prevenzione e contrasto al terrorismo). Anche Massimiliano Brolli ha dedicato all’aspetto dei potenziali vettori di attacco il suo Stati e guerre senza confini geografici, in cui si analizza il complesso e crescente panorama delle cyberweapons; infine con Le minacce del terrorismo marittimo nel Mediterraneo allargato – a firma di Matteo Pugliese – è stata considerata la specificità della minaccia nel contesto delle acque territoriali e internazionali.
Sul fronte delle specifiche misure di prevenzione attualmente implementate a livello italiano e comunitario hanno lavorato Marco Carbonelli, con gli articoli Arriva il sistema EES per aumentare l’efficacia dei controlli ai confini dell’Unione Europea e I database internazionali sugli eventi terroristici: RAND e GTD; Francesco Maria Ermani nel contributo Piani di Emergenza comunali e di Protezione Civile: valutazioni sulla possibile individuazione di Soft Target dall’analisi di documenti istituzionali pubblici; Marco Massavelli, con il suo Noleggio veicoli: le nuove regole antiterrorismo; Claudio Todaro e Vincenzo Iavarone, autori de La protezione antiterrorismo dei luoghi di culto; Giovanni Villarosa, con Minacce globali e tutela dei confini nazionali: nuovi strumenti integrati al servizio della Homeland Security.
Pur non potendo sapere cosa ci riserveranno gli anni Venti, due assunti sembrano condivisi da molteplici prospettive di analisi: innanzitutto che la dimensione globale del fenomeno, vanificando ogni sforzo di prevenzione limitato a singole realtà nazionali, impone un costante incremento della cooperazione interstatale.
In secondo luogo, che la tecnologia rappresenta e rappresenterà sempre più una potente arma nelle mani dei terroristi ma – fortunatamente – anche una formidabile risorsa a servizio delle attività di identificazione, classificazione e contrasto delle minacce.
A cura della Redazione
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