Prendiamo in esame un fatto realmente accaduto diversi anni fa, nel 2014. Questo evento criminoso è stato perpetrato ai danni di un esercizio commerciale, ed ha causato il ferimento da arma da fuoco di un dipendente.
Anche sul web si trovano tuttora le notizie pubblicate all’epoca, e ne abbiamo estratto alcune riportate qui di seguito.
Il terrore esplode all’improvviso. In fila alla cassa di un supermercato. Un rapinatore che si nasconde tra i clienti, fingendo di dover pagare la spesa e poi, quando è vicino alla cassa, spintona un anziano, che sta ricevendo il resto dalla commessa e arraffa qualche centinaio di euro dalla cassa aperta. Poi si allontana come una furia, indispettito perché la cassiera cerca di bloccarlo, chiudendo la cassetta e allontanando le sue mani dal denaro. Fugge, ma quando è all’ingresso si volta e, da sotto una giacca, nascosto in una borsa gialla a tracolla da cui spuntano i fogli di un giornale, estrae un fucile e spara contro la donna, ferendola al torace.
Lucca, 29 maggio 2014 – Rapina choc al “Penny market” di Pontetetto. La drammatica sequenza che si è conclusa col ferimento di una donna si è consumata nel tardo pomeriggio di oggi all’orario di chiusura del supermercato. Alle 20 circa un uomo con un casco in testa entra al Penny e si mette in fila alla cassa. Secondo i testimoni l’uomo ha rubato i soldi al cliente che si trovava in coda davanti a lui. Una cassiera, vista la scena, ha inseguito il malvivente che a quel punto le ha sparato con un fucile. La commessa, una donna di 60 anni di San Giuliano Terme (Pisa), è stata raggiunta al petto, ma non pare in pericolo di vita. Il rapinatore è fuggito su uno scooter nero.
Se da una parte condanniamo fermamente l’atto criminoso e le conseguenze occorse alla dipendente, dall’altro vogliamo prendere in esame l’accaduto sotto il profilo squisitamente tecnico, quale Security Manager. La dipendente aveva esercitato un’azione legale contro il proprio datore di lavoro in quanto, a suo dire, non aveva messo in atto misure idonee a garantire la sicurezza dei dipendenti, chiedendo un risarcimento di euro 247.184,97
In realtà la società titolare del punto vendita aveva già all’epoca attivato una procedura denominata “analisi del rischio dei supermercati” pochi mesi prima dell’evento, e predisposto di conseguenza un documento inserito nella valutazione dei rischi. Successivamente ha predisposto una specifica procedura gestionale denominata “Gestione eventi criminosi” dove erano adottate precise modalità di comportamento da tenere in caso di eventi delittuosi, e nello specifico il comportamento da tenere in caso di rapina, fornendo copia e formando gli operatori.
In sostanza già nel 2014 questa società aveva attivato la valutazione dei rischi criminosi o dolosi, che sappiamo essere di esclusiva competenza del Security Manager certificato (UNI 10459/2017).
Ciò nell’intento della tutela del datore di lavoro e dei dipendenti, che dovevano quindi seguire i protocolli e le procedure poste in essere dalla società.
A supporto di quanto sopra esposto, siamo riusciti a reperire la sentenza integrale pubblicata il 2/12/2021, che alleghiamo (con i dati sensibili oscurati..) Vengono descritti nel dettaglio i fatti accaduti, le considerazioni emerse, fino ad arrivare al dispositivo della sentenza, con il rigetto del ricorso contro il datore di lavoro e la condanna della dipendente al pagamento delle spese di lite.
Riteniamo l’analisi e il lavoro svolto esposto nella sentenza esemplare e attualissimo; siamo convinti che supporterà la presa di consapevolezza sulla necessità sia legale che operativa dell’indispensabile “utilizzo” del professionista della Security, nell’interesse comune sia dell’Azienda / Datore di lavoro, che dei dipendenti e collaboratori occupati.
Allegato PDF: Sentenza Tribunale
Articolo a cura di Paolo Fontana
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