La pandemia ha messo al centro delle organizzazioni l’importanza della salute. In particolare, le organizzazioni il cui business preveda trasferte e contatti umani sono alle prese con il Travel Risk Management che è diventato un fattore quanto mai importante e delicato, anche se non se ne parla a sufficienza.
Ogni organizzazione, oggi più che mai, deve mettere al centro delle proprie decisioni un’attenta analisi dei rischi di viaggio/trasferta valutando, volta per volta, rischi naturali, pandemici, malattie e infortuni, rischi dati da instabilità sociale e violenza, da criminalità, sequestri e attentati terroristici. Ne consegue che è fondamentale e strategico, per la continuità operativa e la resilienza organizzativa, implementare un sistema di Travel Risk Management per i propri dipendenti.
La responsabilità legale e morale di un’azienda di prendersi cura dei propri dipendenti, in viaggio o trasferta, è nota come Duty of care, i.e. “dovere di diligenza”. Qualsiasi entità aziendale è tenuta a dimostrare di aver adempiuto adeguatamente al proprio Duty of care nel caso in cui si verifica un incidente in fase di viaggio/trasferta.
Mai come in quest’ultimo anno avere una politica di Duty of care è responsabilità anche delle piccole-medie imprese; essa è diventata una conditio sine qua non quale componente imprescindibile della politica delle organizzazioni. La politica di Duty of care non solo aiuta a evitare problemi, ma, anzi, migliora il modo in cui i dipendenti si auto-rapportano con l’organizzazione stessa.
Un Travel Risk Assessment è fondamentale per adempiere agli obblighi del Duty of care. L’obiettivo del Travel Risk Assessment è identificare eventuali minacce un dipendente potrebbe affrontare durante un viaggio/trasferta, considerando il fatto che i rischi di viaggio/trasferta sono in continua evoluzione e la valutazione deve considerare tutti gli aspetti, dalla perdita di un volo a una pandemia globale.
L’organizzazione, attraverso un attento Travel Risk Assessment, sarà in grado di formulare le politiche e le procedure atte a ridurre, ove possibile, questo rischio. Inoltre, un assessment ben eseguito e comunicato rassicura il dipendente in viaggio/trasferta oltre a garantire la sicurezza di sapere cosa fare in caso di situazioni critiche. Inoltre, l’organizzazione si assicura, a sua volta, che il dipendente sia consapevole delle potenziali minacce e stabilisce politiche per mitigarle.
La tecnologia è stata una leva potente di cambiamento nel settore dei viaggi d’affari, fornendo programmi di monitoraggio degli itinerari: le app di tracciamento della posizione sono ovunque intorno a noi e, sebbene la maggior parte di esse si concentri sulla condivisione della propria posizione con amici e familiari, alcune di esse sono state progettate per consentire ai datori di lavoro di monitorare gli spostamenti di viaggio/trasferta della propria forza lavoro da remoto, per poterli localizzare in caso di pericolo.
Dopo aver valutato tutti i rischi, è il momento di trasmettere parte di questa conoscenza ai propri dipendenti ed addestrarli a discernere tra ciò che è e non è un rischio da assumere durante un viaggio/trasferta di lavoro; pertanto, la formazione si concentra principalmente sulla prevenzione poiché spesso è più facile evitare una situazione pericolosa che risolverla e, al contempo, istruire sé stessi e gli altri, su come rispondere, genera competenza e può salvare la vita di un viaggiatore in una situazione critica.
L’offerta di località in cui viaggiare risulta oggi molto ridotta a causa della pandemia. Tuttavia, in questo scenario – soprattutto per le aziende internazionali che impiegano all’estero un gran numero di lavoratori- aumenta considerevolmente la probabilità di vedere i propri dipendenti coinvolti in situazioni di crisi e incidenti di ogni tipo. SI aggiunga che la problematica del Travel Risk Management non è ancora sufficientemente affrontata e sono ancora molte le aziende – soprattutto le PMI – che non hanno adottato in maniera omnicomprensiva un approccio di sicurezza a protezione dei propri dipendenti in viaggio/trasferta o in servizio all’estero (per i quali, in particolare vedi avanti il D.lgs. 15 settembre 2015, n. 151 Articolo 18). Senza contare il fatto che, oggigiorno, è quanto mai necessario per le organizzazioni essere in grado di gestire le numerose implicazioni legali alla gestione dei viaggi/trasferte e risultare conformi alle normative vigenti, quali:
Di qui la necessaria redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) da parte del datore di lavoro in collaborazione con il medico competente e il servizio di prevenzione e protezione dei rischi. L’organizzazione, se il caso, deve opportunamente valutare consulenze di terze parti, esperte di sicurezza a diversi livelli e con formazione specifica. Tale documento deve fornire informazioni in conformità alla tipologia ed alla destinazione di viaggio connessa alla tipicità dell’attività, tra cui: valutazione del tipo di rischio prevedibile; rimando alla valutazione specifica per ciascuna missione; misure di mitigazione adottate; piano di emergenza/recupero in caso il lavoratore si trovi in difficoltà.
Articolo 4 –Reati commessi all’estero, comma 1: “[…] gli enti aventi nel territorio dello Stato la sede principale rispondono anche in relazione ai reati commessi all’estero […]”;
Articolo 25-septies “Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro”.
Pertanto, l’attività di Travel Risk Assessment risulta fondamentale e strategica per la salvaguardia della sicurezza sul lavoro e rappresenta un obbligo esclusivo, personale e non delegabile, di cui il datore di lavoro è responsabile.
Ecco perché risulta fondamentale la predisposizione di un sistema di Travel Risk Management in grado di far fronte alle molteplici minacce potenzialmente impattanti sul viaggiatore. Se l’azienda o l’ente non dispongono di una unità di crisi attivabile in caso di emergenza – che comprenda soggetti con competenze adeguate (anche solo per gestire la comunicazione) – è necessario assicurarsi preventivamente l’assistenza di servizi internazionali specializzati e di Travel Security Operation Center in grado di monitorare, analizzare ed informare il personale in viaggio/trasferta o in servizio all’estero di ciò che accade nel mondo con news e alert mirati. Ricevere informazioni e aggiornamenti (in termini di manifestazioni, scioperi e chiusura delle ambasciate e attentati terroristi) rende chi è in viaggio/trasferta o in servizio all’estero consapevole di ciò che accade intorno a sé e permette di poter evitare eventuali aree a rischio.
Ne consegue che diventa necessario garantire un adeguato monitoraggio del luogo/Paese di destinazione in termini di:
Quando le misure di contenimento della pandemia inizieranno a rallentare, saranno preziose le esperienze che ne saranno maturate. Di seguito alcuni spunti pratici che possono servire per attuare politiche e procedure strategiche per il prossimo futuro:
La sicurezza dei viaggi/trasferte aziendali, e in particolare, le politiche del Duty of care, sono aree che tutti gli attori preposti nelle organizzazioni – i.e. i Travel Manager, Risk Manager, Security Manager, Business Continuity Manager, amministratori o team delle Risorse Umane – dovrebbero conoscere e costituiscono il punto di partenza del Travel Risk Management.
I Travel Risk sono quanto mai dinamici: cambiano costantemente da Paese a Paese, in base al periodo dell’anno, al clima geo politico e altro ancora, come nel caso della pandemia; pertanto, risulta importante e strategico monitorare ed aggiornare Travel Risk Assessment e intercettare nuovi rischi determinati dall’evoluzioni dei contesti/scenari.
Ne consegue che le organizzazioni, solo attraverso un sistema integrato di Travel Risk Management, saranno in grado di definire: processi operativi riferiti all’organizzazione del viaggio; analisi del rischio; definizione di regole e livelli di sicurezza; informazione e formazione adeguate; organizzazione delle contromisure specifiche; gestione operativa della permanenza all’estero ed eventuale rimpatrio anticipato; debriefing delle trasferte maggiormente critiche; procedure di supporto.
Altrettanto strategico e fondamentale sarà garantire l’elaborazione di contenuti ad hoc della campagna di comunicazione interna di “Travel Safety & Security” per informare adeguatamente ed innalzare il livello di consapevolezza di sensibilizzazione del personale e degli stakeholder dato che le organizzazioni devono essere proattive nella pianificazione di una crisi.
Anche se ora i viaggi d’affari sono limitati – a fronte delle misure di contenimento della pandemia – le aziende dovranno, nei prossimi mesi, concentrarsi nuovamente sulla crescita. In un mondo post-COVID-19, ci sarà ancora bisogno di viaggiare per garantire la sopravvivenza delle organizzazioni e, per prepararsi a questo nuovo mondo di viaggi/trasferte d’affari, sarà essenziale trarre insegnamento dalla pandemia.
Le organizzazioni dovranno dimostrare il loro impegno nei confronti del Duty of care, infondendo anche fiducia nei dipendenti riguardo a viaggi/trasferte sicuri per affari in futuro. La comunicazione svolgerà un ruolo strategico e fondamentale per mostrare come l’organizzazione sta facendo le cose nel “modo giusto”. Solo quelle organizzazioni che saranno in grado di ottenere un vantaggio nell’implementazione della giusta strategia di Travel Risk Management saranno nella posizione migliore per consentire il riavvio sicuro e fiducioso dei viaggi di lavoro il prima possibile, garantire che i loro dipendenti siano protetti, garantendo la continuità aziendale e la resilienza organizzativa con indubbi vantaggi sulla concorrenza.
Articolo a cura di Federica Maria Rita Livelli
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