Dopo un lungo periodo di lockdown è ripresa l’attività scolastica che deve far fronte a numerose sfide tra cui, in primis, quello della sicurezza. In questo momento storico non si tratta solo di implementare le misure di contenimento della pandemia, ma anche di rivedere il ruolo strategico che le istituzioni scolastiche ricoprono a livello Paese. Di fatto, è doveroso ricordare che la cultura della sicurezza nasce a scuola, pertanto, è quanto mai fondamentale e strategico partire dalla scuola per educare ad essa le future generazioni in termini di prevenzione e salute.
Non dimentichiamo che, oggi più che mai, il settore scolastico necessita di nuove soluzioni che al tempo stesso garantiscano la sicurezza e la serenità degli studenti e delle famiglie e siano in grado di innovare un sistema scuola evidentemente non ancora allineato alla complessità della società ipertecnologica in cui viviamo e che, inevitabilmente, influenza il modo di pensare e agire delle giovani generazioni.
L’integrazione delle tematiche di salute e di sicurezza nell’istruzione può essere garantita attraverso scelte educative e organizzative della scuola facendo in modo che sia il personale sia gli studenti acquisiscano la conoscenza di norme e procedure atte, appunto, a diffondere la cultura della salute e della sicurezza attraverso: disposizioni legislative in termini di regole e di prevenzione; una strutturata strategia di promozione della salute e della sicurezza sul lavoro. In questo modo sarà possibile garantire, altresì: un servizio di prevenzione e protezione; una programmazione delle attività didattico-educative finalizzate allo scopo; un sistema di informazione che raggiunga tutta la comunità scolastica, contemplando anche la collaborazione con le famiglie e con tutti i portatori di interessi.
L’obiettivo del Governo di arrivare a garantire la scuola in presenza al 100% è stato illustrato da Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, in occasione della presentazione dello scorso 22 settembre- in anteprima – di alcune evidenze del Rapporto “Sicurezza Covid-19 nelle scuole”. L’occasione era la presentazione dell’Osservatorio Civico sulla sicurezza nelle scuole promosso da Cittadinanzattiva. Purtroppo, il programma illustrato rischia di essere fortemente disatteso, soprattutto considerando il numero di classi e studenti già in quarantena a poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico. La Fondazione GIMBE ritiene che la vaccinazione – come strategia principale – non sia sufficiente e debba essere coadiuvata da screening sistematici, interventi strutturati su modalità di aerazione, ventilazione e gestione trasporti, nel quadro di un approccio multisistema per combattere la diffusione del Covid nelle scuole. Infatti, in base ad alcune simulazioni effettuate, un 13% di studenti risulta a rischio nonostante la diffusa vaccinazione di studenti e di personale e l’implementazione di misure di contenimento, i.e. uso delle mascherine, distanziamento e screening.
Analizziamo di seguito alcune criticità evidenziate dalla Fondazione GIMBE con dati risalenti a settembre:
Di fatto, l’ipotesi di non utilizzo di mascherina nelle classi con tutti gli studenti vaccinati, non è basata su evidenze scientifiche e implica sia problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale sia rischio di discriminazioni.
Quanto sopra descritto evidenzia la necessità di identificare interventi mirati e strutturati per minimizzare la circolazione del virus dal momento che certe disposizioni non possono essere applicate indiscriminatamente in tutte le tipologie di scuole. Pertanto, ogni scuola dovrebbe attuare un piano di prevenzione su misura, considerando che:
Ma la pandemia non è la sola spada di Damocle che pende sulla scuola. Secondo quanto si evince dal XIX Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” presentato lo scorso 22 settembre da Cittadinanzattiva, le criticità di sicurezza investono drammaticamente anche l’aspetto strutturale della scuola e devono quanto prima essere energicamente gestite, considerando che fra settembre 2020 e agosto 2021 si sono registrati 35 episodi di crolli a scuola in termini di distacchi di intonaco, di finestre a rischio, di muri crollati e alberi caduti vicino alle scuole a una media di circa 3 al mese (dal 2013 a oggi i crolli censiti risultano pari a 361 con un numero di 63 feriti).
Dal report si evince, inoltre, che:
Anche la problematica del sovraffollamento delle classi risulta ancora irrisolta e diventa critica in questo contesto pandemico. Di fatto sono state censite 17 mila classi con più di 25 alunni, per un totale di quasi 460 mila bambini e ragazzi che studiano in aule oggettivamente troppo affollate e invivibili, i.e. le cosiddette “classi pollaio”. Tale sovraffollamento è principalmente diffuso nelle scuole superiori in cui oltre il 7% delle classi ha più di 25 alunni. Le maggiori criticità si riscontrano nelle scuole superiori di Lombardia, Emilia Romagna e Campania.
A fronte dello scenario descritto Cittadinanzattiva si è fatta promotrice di una serie di richieste presso il Ministero dell’Istruzione e, di seguito ne elenchiamo le più importanti:
L’anno scolastico 2021-2022 sarà “speciale” in quanto la scuola deve dimostrare di essere in grado di gestire le sfide contingenti, risolvere problemi strutturali e attuare così una rinascita. Ne consegue che diventa strategico e fondamentale garantire la sicurezza negli edifici scolastici, oltre che la salute ed il benessere di chi svolge attività nella scuola, come lavoratore, come alunno oltre che come occasionale visitatore.
Sappiamo che molti edifici risultano vulnerabili e degradati e gli impianti spesso non sono stati sottoposti a regolamentare manutenzione. Inoltre, le organizzazioni scolastiche in questo contesto pandemico devono organizzare azioni atte a garantire la sicurezza nel corso delle ordinarie attività in aula, in palestra, in laboratorio, o negli spostamenti. Pertanto, la valutazione di tutti i rischi è propedeutica alla organizzazione della sicurezza, che va codificata e resa nota attraverso uno specifico documento conosciuto come Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e la cui redazione è responsabilità non delegabile del Dirigente scolastico che può avvalersi della consulenza di figure quali: Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) ed il medico competente.
Nella redazione del DVR va consultato anche il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS), in modo tale da coinvolgere tutti i lavoratori.
Mentre, per quanto riguarda le scuole secondarie di secondo grado, è opportuno coinvolgere gli studenti che sono da considerarsi lavoratori dipendenti in caso di frequenza di laboratori. È altresì necessario erogare agli studenti una formazione specifica in caso di laboratori che implicano l’esposizione ad agenti chimici, fisici, biologici o l’alternanza scuola-lavoro.
Pertanto, la redazione del DVR diventa strumento di controllo globale dei fattori di rischio presenti nell’attività lavorativa scolastica in modo tale da attuare le debite misure per eliminarli o mitigarli entro livelli di tollerabilità. Inoltre, la valutazione dei rischi, unitamente alle specifiche situazioni lavorative della scuola, deve prevedere le carenze e/o inadeguatezze dei locali e degli impianti in un’ottica di garanzia della continuità dell’attività scolastica e della sicurezza dei vari attori.
È doveroso ricordare che, essendo gli edifici scolastici di proprietà degli Enti Locali, il Dirigente scolastico purtroppo vede limitata la propria capacità di risoluzione/mitigazione dei rischi e può solo limitare a segnalarli ed insistere con gli Enti proprietari perché intervengano sulla relativa gestione e risoluzione delle varie problematiche.
Il Dirigente scolastico, come stabilito dall’art. 18 del D.Lgs. 81/2008, ha di fatto l’obbligo di “adottare ogni misura idonea e contingente in caso di grave ed immediato pregiudizio per l’incolumità dell’utenza”. Pertanto, a seguito di valutazione del rischio, il Dirigente può inibire lo svolgimento di attività in ambienti a cui struttura o impianti non siano rispondenti alla normativa di sicurezza o anche isolarli impedendone l’accesso.
Inoltre, in questo particolare contesto pandemico, è necessario porre particolare attenzione al distanziamento, ai percorsi di ingresso/uscita, alla sanificazione ed alla pulizia dei locali, unitamente alla formazione ed informazione dei lavoratori e degli alunni. Ne consegue che il parere del medico competente è fondamentale anche in termini di altre tipologie di rischio che possono insorgere, i.e.: uso dei videoterminali, rumore, stress lavoro correlato, rischi per donne in gravidanza, ecc.
Direttive sulla sicurezza nelle scuole sono estate emanate, tuttavia a livello di sistema scuola sembra non esistere una strategia di screening sistematico di personale e studenti, con regole sul distanziamento derogabili in presenza di limiti logistici e senza interventi sistematici su aerazione e ventilazione delle aule, né sulla gestione dei trasporti.
Inoltre, la vaccinazione di personale e studenti, seppur indispensabile, non è sufficiente per arginare la diffusione del virus e scongiurare la DAD in particolare nelle scuole primarie.
Per fare ciò sarà necessario che le istituzioni nazionali, regionali e locali svolgano responsabilmente e con competenza il proprio ruolo, garantendo trasparenza nel processo di scelta dei progetti e degli investimenti riguardanti il sistema educativo e scolastico, coinvolgendo tutti gli attori del settore partendo dagli interventi più urgenti in base alle esigenze specifiche delle comunità scolastiche locali.
Si tratta di attuare percorsi condivisi, gestire al meglio i rischi, garantire la continuità dei servizi in un’ottica di sicurezza a 360° del settore scolastico e facilitare sempre più un’implementazione efficace e generativa dei progetti e degli investimenti previsti e la sfida per una scuola inclusiva e sicura.
Sarebbe auspicabile che in futuro i principi di Risk Management e Business Continuity e Cybersecurity fossero diffusi nella scuola attraverso moduli di formazione ad hoc ed in base al livello di studio, in modo tale che le giovani generazioni acquisiscano la conoscenza e consapevolezza dei rischi, imparino a riconoscerli e a gestirli in un’ottica di cultura anti-fragile e resiliente sempre più necessaria in uno scenario altamente erratico e digitalizzato.
Associazioni Nazionali di Risk Management, Business Continuity, Cybersecurity e Sicurezza dovrebbero fornire il proprio supporto nel diffondere la cultura della resilienza e nella gestione delle sfide del settore. Solo così la gestione dei rischi e il DVR in ambito scolastico non continueranno ad essere un mero adempimento burocratico, bensì uno strumento operativo – in costante revisione – utile a migliorare le condizioni dell’ambiente in cui si vive e lavora.
Ricordiamoci che il Covid-19 ha prodotto la più grande crisi educativa dell’ultimo secolo che rischia di protrarsi per generazioni. L’emergenza educazione ci riguarda tutti, perché senza scuola non c’è futuro.
Articolo a cura di Federica Maria Rita Livelli
Nell'attuale scenario geopolitico e sanitario mondiale, caratterizzato da un'interdipendenza senza precedenti tra sistemi socio-economici e…
Le tecnologie biometriche non invasive rappresentano un'innovazione fondamentale nella prevenzione degli incidenti causati dall'affaticamento degli…
I sistemi di controllo critici, quali quelli implementati nelle centrali elettriche e nella supervisione del…
Siamo lieti di annunciare la 13a Cyber Crime Conference, che si terrà a Roma il…
La Relazione Annuale sulla Politica dell'Informazione per la Sicurezza 2025, appena pubblicata, offre un'analisi approfondita…
La sicurezza smart sta emergendo come uno dei pilastri fondamentali della trasformazione digitale, rappresentando un'intersezione…