La difesa abitativa è quanto di più complesso si possa attuare.
Cominciamo a entrare nella situazione reale per capirlo insieme, o – meglio ancora – entriamo in casa nostra.
Siamo sprovvisti di un sistema di allarme e a un certo punto, di notte, veniamo svegliati da alcuni rumori. Esistono reazioni diverse a tal riguardo: c’è chi si convince (o spera) non vi sia alcun ladro e si gira dall’altra parte per dormire; c’è chi prima di girarsi e riprendere sonno rimane immobile, con il cuore che batte forte e i sensi in massima allerta, ma non riesce a muoversi per la paura; c’è chi si alza per verificare.
Primo caso: ci siamo autoconvinti che non stia accadendo nulla nonostante ciò che abbiamo sentito, così ci giriamo dall’altra parte per pigrizia, superficialità o stanchezza.
Analisi: “l’errore più grave è quello di pensare che non possa accadere a noi”.
Secondo caso: vorremmo alzarci per andare a controllare quei rumori ma siamo terrorizzati dal confronto con lo sconosciuto entrato in casa, e rimaniamo immobilizzati per paura: si verifica quindi il cosiddetto effetto “shock freezing”.
Analisi: sviluppare una certa attitudine al confronto aiuterebbe molto in questi casi, non per divenire violenti o aggressivi, bensì solo per essere maggiormente pronti in caso della spiacevole evenienza.
Terzo caso: ci alziamo e andiamo a vedere cosa succede.
Abbiamo il battito cardiaco a mille e ci manca il respiro per la paura. Confermato quanto già detto nel secondo caso riguardo all’attitudine al confronto.
A prescindere dalle tre situazioni analizzate, ci sentiamo prede.
Principalmente per due motivi: 1) potrebbe non esserci affatto corrente elettrica perché tolta dai ladri; 2) sarebbe un errore tattico notevole farsi vedere e lasciarsi individuare dall’intruso.
Cominciare, quindi, col munirsi di torcia tattica: “Vinci il buio e vincerai l’avversario”.
Sono inutili, pericolose e spesso punibili dalla legge per le modalità con le quali vengono svolte: ci sono stati casi di gruppi che giravano in auto con fucili da caccia carichi, effettuavano posti di blocco abusivi, rincorrevano e fermavano auto solo perché transitavano nella zona “controllata”. Ovviamente, sono stati denunciati a piede libero. Farle per prevenzione può andare bene, ma ricordiamo sempre una parola: “buonsenso”.
Prima di tutto deteniamo le armi con la massima responsabilità e sicurezza, minimizzando i rischi che finiscano in mano a un minore presente in casa o ai ladri. Se non si ha padronanza, se non si è in possesso di un adeguato e completo addestramento anche in condizione di luce scarsa o assenza di luce, pensare a un’arma da fuoco per difesa abitativa andrebbe proprio evitato in quanto è estremamente pericoloso sia per noi che per coloro che vogliamo proteggere; e va considerata sempre e comunque una extrema ratio anche per chi sia in possesso della dovuta e corretta preparazione. Inoltre ricordiamoci che “Il nostro peggior nemico è la paura”.
Esaminate le “Cose da non fare”, passiamo ora agli strumenti di difesa passiva:
In conclusione, questi cinque punti possono già scoraggiare i ladri meno preparati; ma ricordiamo che “qualsiasi difesa passiva può essere neutralizzata, perché per ogni misura esiste sempre una contromisura”.
In aggiunta si possono utilizzare sistemi semplici ed economici – e al contempo efficaci – per scoprire un individuo nella nostra casa mentre dormiamo, che rappresenta il momento di maggior debolezza, così da avere un piccolo vantaggio.
Articolo a cura di Luca Tremonte
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